domenica 6 maggio 2012

Scorrettezze


22 Febbraio 2012

Non riesco a dormire, sto pensando troppo forte: oggi è stata una giornata importante.

Ad una mamma.
Ti devo confessare che sono stato "scorretto" con tua figlia.
Qualche giorno dopo aver finito la mia supplenza sono tornato a completare alcuni registri. 
Ero in classe durante la lezione con la nuova collega e, prima di andarmene, ho scritto a matita sul suo banco, sotto ai suoi occhi, le seguenti parole: "Ricordati sempre di essere corretta". La mia scorrettezza era duplice perchè, oltre a comunicarle un messaggio educativo in una forma che però lo contraddiceva, ciò veniva anche da uno che non aveva neanche più titolo per essere lì. Ma non contento, dopo qualche secondo son tornato indietro e ho corretto la mia frase:"Ricordati sempre di NON essere corretta". 
Grave scorrettezza, vero?
Ovviamente avevo un motivo per farlo.
Qualche tempo prima, quando ero ancora in servizio, tua figlia aveva avuto un comportamento scorretto. Non ti preoccupare, non ha fatto niente di male nè a sé nè ad altri, ma era un comportamento intenzionale, come se avesse proprio voluto fare qualcosa di scorretto. Non l'avevo sgridata però le avevo spiegato perchè non volevo lo facesse, ma questo non l'aveva fermata. Ci avevo riflettuto su e il giorno dopo le avrei detto qualcosa, ma lei mi ha preceduto: mi ha detto che aveva capito che, nonostante avesse avuto i suoi motivi per comportarsi così, quel comportamento non era corretto e quindi non lo avrebbe più fatto.
Non sono in grado di spiegarti il tono con cui me lo ha detto, ma quello che io ho capito dietro a quelle parole sì: Prima ancora che lo facessi io, lei aveva già giudicato le sue stesse emozioni, responsabili del suo comportamento, e il verdetto era: colpevoli.
Si dà il caso che io, dopo aver passato mezza vita a giudicarmi colpevole delle mie emozioni, abbia finalmente capito di essere (e di essere sempre stato) innocente.
E si dà quindi il caso che mai, per nessun motivo al mondo, giudicherò qualcuno colpevole delle sue emozioni.
E si dà infine il caso che mai lascerò che un bambino abbia paura di essere giudicato da me.
Piuttosto preferisco essere "scorretto".

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